LA RESILIENZA NEI BAMBINI: LE COSE VANNO BENE ANCHE QUANDO VANNO MALE
I traumi infantili sono le prime cause di difficoltà psicologiche in età adolescenziale e adulta con conseguenze di tipo sociale, comportamentale e di salute. Il bambino può manifestare le conseguenze di un
trauma possono con problemi del comportamento e nelle
relazioni con gli altri, oppure possono portare a ritardi nelle normali fasi
dello sviluppo o ancora manifestarsi con sintomi fisici senza spiegazione
medica o con regressioni (come ritornare a fare la pipì a letto).
La ricerca dimostra che diverse forme di abuso e di violenza
sui bambini, che avvengono purtroppo spesso all’interno della famiglia, sono molto
comuni. Questo tipo di esperienze spesso non accadono come eventi singoli e il
rischio che abbiano conseguenze a lungo termine aumenta con il ripetersi degli
eventi. Queste esperienze nei bambini possono accrescere il rischio di problemi
di salute nel corso della vita e possono ostacolare lo sviluppo naturale delle
aree del cervello.
La prevenzione di questo tipo di esperienze di abusi e di
violenze dovrebbe essere l’obiettivo primario della società ma purtroppo esse
continuano ad essere molto diffuse e possono riaccendersi come disturbi
psicologici da adulti. E’ arrivato il momento che tutti gli organismi che hanno
a che fare con la cura dei bambini affrontino questa problematica.
Costruendo la resilienza nei bambini fin dalla più tenera
età possiamo prepararli meglio a gestire i traumi del passato e del futuro e
aiutarli a diventare adulti sani.
La resilienza è definita come la capacità di affrontare gli
stress e i traumi della vita con risposte flessibili e di adattamento,
scoprendo di avere delle risorse che prima non si pensava nemmeno di possedere.
L’adulto resiliente sarà colui che “ne ha passate” ma lotta ancora per andare
avanti riscoprendosi sempre più forte e riuscendo a vedere le cose in modo
positivo e costruttivo.
Come si può allora costruire la resilienza nei bambini?
I bambini hanno bisogno di protezione, cura e guide.
Fondamentale perché un bambino diventi un adulto sano psicologicamente e
resiliente sarà il rapporto con le figure di riferimento ed in particolare con
la madre, che in psicologia viene chiamato legame di attaccamento. Un buon
attaccamento permetterà ai bambini di potenziare le capacità di resilienza è
cioè degli strumenti che possano accrescere le loro capacità di gestire e
regolare le emozioni e la loro risposta allo stress anche da adulti.
Alla luce delle nuove ricerche neuroscientifiche è chiaro
come i bambini vengano influenzati dalle emozioni dei genitori attraverso
quelli che sono stati chiamati neuroni specchio. E' importante che i genitori
siano consapevoli di quanto possono incidere nel plasmare anche a livello
neurochimico il cervello dei loro bambini attraverso la sana condivisione delle
esperienze emotive.
Uno strumento per la costruzione della resilienza è sostenere
i genitori che ne hanno bisogno nel prendersi cura dello sviluppo del bambino,
fornire loro aiuto concreto nei momenti di necessità e sostenerli nella
gestione dello stress e nello sviluppo di relazioni sociali sane e positive. E’
inoltre importante tenere presente che il tipo di relazione che gli adulti
hanno con i propri figli è profondamente influenzato dal tipo di rapporto che a
loro volta essi hanno avuto con i propri genitori.
Questi sono solo alcuni degli strumenti per contribuire a
creare un ambiente sicuro e di supporto dove i bambini possano sviluppare un
forte legame con coloro che si prendono cura di loro. La ricerca ha dimostrato
che bambini sani e con un forte legame affettivo con i genitori sono meno
soggetti all’ansia da separazione. D’altro canto bambini che non hanno
sviluppato un forte legame affettivo con i genitori tendono ad essere evitanti nelle
relazioni e ad esprimere sentimenti negativi.
La qualità dell’attaccamento genitori-figli può essere
influenzata dalla percezione di protezione e dal livello di fiducia che il
bambino ha nella madre o nel genitore di riferimento. Le figure genitoriali
trasmettono ciò non solo con le parole ma anche in modo non verbale: dalle
espressioni del viso fino al tipo di contatto fisico che essi hanno con i
figli.
Sviluppare un sano attaccamento fin da subito nella vita dei
bambini li aiuterà ad imparare meglio ad autoregolarsi nei comportamenti, nelle
capacità di attenzione e nell’espressione delle emozioni. Questi bambini
mostreranno una certa abilità nell’esprimere apertamente i propri sentimenti, in
generale saranno più sicuri di se e svilupperanno la cosiddetta intelligenza
emotiva.
Genitori con problemi di depressione o di abuso di sostanze
potrebbero non essere disposti a prendersi cura dei propri figli e a fornire
loro il tipo di supporto di cui hanno bisogno. Questo tipo di situazioni
possono accrescere il rischio di abuso di sostanze, cosa che è spesso usata
come meccanismo di coping non sano per fronteggiare una situazione ritenuta
difficile.
L’ambito familiare non è l’unico posto dove i bambini
possono vivere un trauma. Esso può essere vissuto in molteplici modi e contesti,
come per esempio a scuola o durante disastri naturali che colpiscono la
comunità. In questo caso è utile che le figure di riferimento come insegnanti o
specialisti siano preparati. Per esempio quando gli insegnanti osservano che un
bambino ha difficoltà comportamentali essi devono essere preparati a rispondere
in modo calmo e non reattivo e rassicurarli che sono in un ambiente sicuro. In
generale, gli adulti dovrebbero essere consapevoli delle loro stesse reazioni
emotive agli eventi stressanti in modo da gestire la situazione ed evitare di ritraumatizzare
potenzialmente i bambini di cui si prendono cura.
L’ evento traumatico non
può essere cancellato ma ci sono tanti modi diversi di reagire ad esso. Un
intervento rapido può aiutare i bambini a riprendersi rapidamente e con
maggiori risultati.
Dott.ssa Vania Camerin
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